Roma, alle pendici di Monte Mario, nel quartiere Della Vittoria, abbiamo trasformato un vecchio appartamento degli anni ‘60 adattandolo alle esigenze della nuova proprietà.
Abbondanza di stili e colori lasciano spazio dunque a geometrie pure e omogeneità cromatica, le quali costituiscono la cifra stilistica dell’intervento.
Un approccio votato alla pulizia delle forme e a materiali ridotti all’essenziale, scongiurando ogni “distrazione” ed esaltando piuttosto le volumetrie che configurano una spazialità lineare, schietta, pura ai limiti del rigoroso.
L’obiettivo della proprietà è stato infatti quello di prediligere la riorganizzazione razionale degli spazi a beneficio della luce e della funzionalità, esaltando le doti naturali di un appartamento dotato esposizioni favorevoli e generose.
Living e cucina
Nella zona giorno è il volume centrale della cucina a dividere lo spazio funzionale tra living e pranzo. Porte e finestrature interne sono state realizzate in ferro naturale e vetro, con l’obiettivo di restituire una spazialità semplice, accessibile, e che allo stesso tempo si lascia attraversare dallo sguardo e dalla luce, generando scorci e prospettive sempre nuove.
La cucina si sviluppa a ferro di cavallo, sfruttando tutti gli spazi disponibili all’interno di una “scatola” che di fatto si affaccia su tutti e quattro i lati, che siano essi zone dell’appartamento oppure spazio esterno. Il piano cottura a induzione con cappa integrata consente di non avere pensili a vista, riducendo quindi l’impatto visivo, anch’esso seguendo il principio dell’essenzialità estetica. Le ante in legno laccate bianche e il top in Silestone, sempre bianco, contribuiscono alla percezione di un ambiente estremamente ordinato e asettico.
La scelta cromatica, in questo caso, non è stata banale: dal punto di vista dei colori non vi erano vincoli stringenti. Per quanto le linee guida fossero tali da escludere nuance ridondanti, infatti, si sarebbero potute valutare sfumature non assolute ma comunque sobrie. Invece si è optato per una scelta netta e paradossalmente più semplice possibile, condivisa poi come filo conduttore di tutto l’appartamento: il bianco.
Zona notte
La zona notte invece si trova al di là di una sorta di membrana centrale che taglia in due la planimetria, La grande libreria in legno collocata nella zona giorno funge da elemento separatore per le camere da letto e i servizi, ma custodisce al suo interno anche una parte della doccia, l’impianto di canalizzazione dell’aria, alcuni spazi contenitivi chiusi e, ovviamente, i moltissimi libri dei committenti. In questo caso il passaggio da un ambiente all’altro è favorito da due ampie porte scorrevoli, sempre in ferro naturale, poste ai lati della libreria.
Bagni
Nei bagni, entrambi rivestiti con grandi lastre di gres porcellanato effetto marmo, troviamo un mobile in rovere naturale con top in carrara e lavandino sotto piano e accessori in acciaio spazzolato.
In questo contesto dichiaratamente minimale, trova spazio l’acciaio spazzolato dei radiatori e delle vetrate interne e, a terra, un parquet prefinito con listelli a correre attraversa tutto l’appartamento.
Scelta specifica è stata quella di esaltare il sottotema conduttore dell’immobile, il legno, che risuona e non contrasta con il fil-rouge minimal generale. In questo caso il rovere del mobile, così come la libreria nella zona mediana e il parquet in quasi tutti gli ambienti.
Arredi
I Divani Connery di Molteni, il Tavolo DOGE di Cassina e le sedie CAB in pelle, sempre Cassina, sono gli arredi che si inseriscono e accompagnano la dimensione rigorosa e calma dell’intervento architettonico.
Anche in questo caso le scelte sono state basate su un’idea di pulizia estetica e di materiali, senza tradire il pantone di riferimento seppur concedendo, per il tavolo, una variazione sul tema costituita da una trasparenza del piano, che dialoga con le ampie vetrate della cucina centrale e si concede a una presenza visiva eterea, a beneficio di tutto l’ambiente.