L’importanza dei dettagli in una casa già rinnovata
Il nostro lavoro è composto da tante sfaccettature, ma probabilmente una delle più complesse è riuscire a comprendere a fondo le necessità del cliente interpretando la sua personalità ancor prima delle sue parole.
Può sembrare un concetto difficile ma in realtà è assolutamente basico: i bisogni di chi ristruttura la propria casa non sono soltanto tecnici. Certo, c’è la richiesta di ampliare gli spazi, di ottimizzare gli ambienti, creare nuove soluzioni etc. Ma quella è solo l’espressione di un bisogno più profondo che noi addetti ai lavori dobbiamo essere in grado di interpretare al fine di tradurlo in un risultato che il cliente possa amare, e soprattutto riconoscere come suo.

Schizzo in pianta

Shizzo prospettico
Quando abbiamo lavorato al progetto di Casa Apuli ci siamo trovati davanti a una situazione di questo tipo.
Partiamo dal contesto : Via degli Apuli si trova a San Lorenzo, zona ricca di storia, dove a lasciare i segni più tangibili sono stati i tristi eventi legati al secondo conflitto mondiale. L’appartamento in questione non fa eccezione, il palazzo sorge proprio di fronte alla ciminiera dell’ex birrificio Wurher, distrutto del bombardamento del luglio del ‘43.
Il progetto era particolare: appartamento già ristrutturato con grande gusto e sensibilità da un collega (arch. Guido Crescentini Anderlini).
I committenti, una giovane coppia italo-belga, complice anche l’arrivo di una bimba, sentivano di aver bisogno di qualcosa che permettesse loro di vivere gli spazi in modo più aderente alle proprie necessità, in particolare un soggiorno più raccolto e uno spazio dedicato al lavoro da casa. Abbiamo ascoltato le loro richieste ma poi è stato il sopralluogo a darci una strada definitiva da percorrere.
Quello che abbiamo visitato era infatti un appartamento di grande qualità, e questo per chi deve intervenire può essere un ostacolo: variare qualcosa di buono è una sfida ulteriore densa di potenziali pericoli.
Proprio per questa ragione, tornando al discorso iniziale, la personalità dei committenti è ciò a cui ci siamo appigliati per dare alle loro richieste una chiave di lettura, una lente di ingrandimento che ci mostrasse tutto in maniera più chiara, consentendoci di agire sapendo di essere sulla strada giusta.
Della loro personalità, va detto, era pieno ogni angolo. Andava solo richiamata e sviluppata.
In soggiorno, ad esempio, abbiamo trovato un unico divano disposto sul lato lungo di uno spazio rettangolare continuamente oggetto di passaggio. In fondo, sul lato corto dell’ambiente, di fronte alla finestra, c’era il tavolo da pranzo e una vetrata scorrevole che costituiva un secondo accesso alla camera da letto.
Ci siamo chiesti perché non potessimo invertire la posizione delle due zone funzionali, spostando il tavolo da pranzo più avanti e immaginando un divano sul fondo, non più monodirezionale ma raccolto, non più zona di transito ma punto di arrivo, qualcosa che rispondesse alle esigenze della coppia dal punto di vista della convivialità.

Sezione zona giorno e pranzo

Sezione zona living
Zona giorno – Progetto divano
Abbiamo quindi ragionato sull’elemento principale del living, cioè il divano, e abbiamo progettato una struttura in frassino naturale disegnato e sagomato sull’imbotte della finestra, per creare un ambiente di conversazione e relax sfruttando al massimo lo spazio disponibile.
La base in legno (alta 30 cm) è aperta sul fronte come fosse una libreria orizzontale, lo spazio più interno invece è accessibile con dei gavoni per riporre coperte, lenzuola ecc.. Per quest’ultima soluzione ci siamo ispirati ad alcuni modelli di camper, che utilizzano questo criterio per lo storage degli indumenti e della biancheria. Abbiamo scelto questo approccio anche per rendere omaggio alla natura dinamica e cosmopolita della coppia.
Per quanto riguarda la cuscineria siamo intervenuti sagomando le basi come si fa nell’arredamento nautico, utilizzando una gomma piuma densità 25, quindi soffice ma allo stesso tempo consistente, per far si che mantenga la forma nel tempo. Gli schienali, di forma trapezoidale, sono invece più morbidi e intercambiabili come posizione.
Come rivestimento tessile abbiamo scelto una tinta unita rigorosa blu navy per la seduta, così da bilanciare forme e colori di una casa già ricca, mentre per gli schienali abbiamo optato per delle righe che in qualche modo richiamassero l’alternanza delle graniglie a terra. In questo caso la volontà era creare un maggiore raccordo tra gli elementi della casa, a beneficio di un risultato che, nel suo insieme, rappresentasse un concetto unico e accogliente.
Tutti i cuscini hanno del velcro per evitare il possibile slittamento sulla base in legno.
Cucina – Aumentare lo storage
Per la cucina abbiamo avuto un input molto chiaro: aumentare la capacità di storage.
Qui la sfida era lavorare con attenzione sugli spazi residuali, cercando armonia e non contrasto con la struttura esistente. Abbiamo trovato la soluzione perfetta in alcuni elementi in legno, di cui due terminali in betulla dal colore molto tenue, proprio per creare una felice sinergia con la cucina totalmente nera.
Camera da letto – Spazio di lavoro
La camera da letto dell’appartamento era perfetta in ogni dettaglio, ma mancante di un elemento fondamentale per la quotidianità della coppia: una zona lavoro. I committenti ritenevano improbabile riuscire a ricavare uno spazio adeguato in un ambiente già pienamente sfruttato e funzionale. In realtà siamo riusciti a smarcare il problema progettando una scrivania lungo-parete con profondità diverse. In questo modo abbiamo sfruttato tutti i centimetri della parete e soprattutto abbiamo beneficiato del vano finestra – con vista sulla vecchia ciminiera – per la parte riservata allo scrittoio, che garantiva maggior profondità.
Il piano di lavoro rivestito in laminato fenix grigio è sostenuto a destra e sinistra rispettivamente da un mobile chiuso con anta a battente e da una parte a giorno.
Zona lavanderia
Infine, nella zona della lavanderia, siamo stati chiamati a schermare gli elettrodomestici a vista all’interno di un piccolo disimpegno.
Per farlo abbiamo realizzato un’armadiatura con due ante centinate e specchi bronzati su fondo a righe bianche e rosse: un mobile giocoso e per certi versi bizzarro che funge da elemento caratterizzante e perfettamente in linea con la personalità dei proprietari, e che in più dialoga con la porta del bagno a bilico e oblò in vetro cattedrale blu, creando un ambiente di servizio altrimenti privo di personalità.
Nel suo insieme, il risultato è stato un successo sia dal punto di vista tecnico che, cosa ancora più importante, in relazione alle aspettative di chi ci aveva affidato il lavoro.
Inoltre, dall’appartamento di Via degli Apuli abbiamo imparato qualcosa: a prescindere dalla sua bellezza, ogni casa ha un tesoro ancora “nascosto” che vale la pena trovare.
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Arch. Thomas Grossi
Arch. Marco Rulli
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Via Montepulciano 20/22
00182 Roma
Ristrutturazione completa
Al contrario di quanto si pensi, la ristrutturazione completa della casa la maggior parte delle volte non viene effettuata per esigenze strutturali.
Mi spiego meglio: al netto dei bisogni “pratici”, come l’acquisto di un immobile rimasto inalterato dal dopoguerra che, quindi, necessita prima di tutto di lavori che ripristino condizioni di sicurezza e funzionalità ormai perdute, la stragrande maggioranza degli interventi di uno studio di architettura nasce da un bisogno EMOTIVO del cliente, non pratico.
Una recente statistica effettuata sulla zona di Roma dal nostro studio 02A, conferma un dato incontrovertibile: le persone richiedono l’intervento di un architetto SOPRATTUTTO quando il loro appartamento è PRIVO di qualcosa: spazi adeguati, un ambiente in più, equa distribuzione etc.
Le mancanze all’interno di una casa possono essere diverse, del tutto slegate dalle classiche necessità come il rifacimento degli impianti o di un solaio cedevole.
Fra tutte, però, la mancanza principale emersa dai nostri dati, che in media funge da motore per una ristrutturazione completa a Roma è quella dell’IDENTITÀ.
Una casa senza identità è, di fatto, un ambiente invivibile per gli inquilini, che emotivamente non riescono a stabilire un legame adeguato con il proprio habitat.
Ti è mai capitato, per esempio, ti sentire il tuo appartamento “troppo stretto”? O di percepire un disagio che, soprattutto nei mesi più caldi, ti spinge a preferire l’aria aperta piuttosto che le mura domestiche?
Questa esigenza inconscia molto spesso nasce proprio dallo scarso legame maturato fra te e l’ambiente in cui vivi, dovuto a un problema di identità che solo la ristrutturazione completa dell’appartamento, in molti casi, può risolvere.
Non si tratta di supposizioni, a parlare è la mia esperienza sul campo in tanti anni di interventi e colloqui con centinaia di committenti, tutti estremamente diversi per gusti ed esigenze, ma spessissimo accomunati dal medesimo disagio che ti ho descritto sopra.
Un caso emblematico è quello di un progetto che ho avuto modo di seguire l’anno scorso: un appartamento di circa 60mq nella zona di Piazza Vittorio a Roma.
Il contesto era di primo livello: splendido palazzo umbertino proprio a ridosso della bellissima chiesa di Sant’Eusebio.
Il problema, viceversa, si presentava negli interni della casa: una disposizione planimetrica completamente inefficiente, dovuta a una precedente ristrutturazione che non ha tenuto conto delle palesi potenzialità dell’appartamento (succede anche questo), avevano generato difetti evidenti come un ingresso inutilmente sovradimensionato, un corridoio al contrario piccolissimo (largo appena 75 cm) e, “dulcis” in fundo, una cucina esteticamente slegata da tutto il resto della casa, con uno stile medievale fine a sé stesso , infissi in alluminio e mattonelle ovunque.
Uno scempio.
Il committente, dal canto suo, aveva espresso una richiesta limpida: “Vorrei sentirmi a casa mia, ma non ci riesco.”
Non feci fatica a credergli una volta evidenziate le criticità dell’appartamento durante il sopralluogo.
LA SOLUZIONE
Per intervenire in modo adeguato decisi, insieme al mio collega l’Arch. Marco Rulli, di partire da un concetto centrale unico. Questo ci avrebbe consentito di creare un circolo virtuoso “a cascata”, invece di stabilire soluzioni singole per ogni ambiente.
Ovviamente questo tipo di approccio è sempre preferibile, ma non sempre possibile. Non tutti gli addetti ai lavori hanno la possibilità, il tempo e le competenze per individuare con precisione una soluzione UNICA sulla base della quale creare giovamento a tutti gli ambienti.
I portali web di ristrutturazione, per esempio, sono noti per fornire proposte standard preconfezionate che molto difficilmente conterranno soluzioni di questo genere.
Nel nostro caso, invece, riuscimmo in poche settimane di attento studio (e una buona dose di calcoli) a rilevare il “jolly” da cui saremmo partiti per rinnovare la casa del nostro cliente: la cucina.
Decidemmo di utilizzare questo ambiente come elemento chiave del progetto. Posizionammo infatti la cucina in modo “inusuale”, ossia nell’area di passaggio tra la zona giorno e la zona notte. Così facendo riuscimmo anzitutto ad esaltare un ambiente strutturalmente ampio e qualitativamente valido, e in più liberammo i tre ambienti rimasti da una funzione vincolante e impegnativa.
La zona giorno adesso risultava ariosa e piena di vita, un fattore incentivante per il relax e le serate conviviali, come espressamente richiesto dal committente.
Allo stesso tempo la zona notte veniva ridimensionata in modo adeguato al fine di godere anche di un bagno più ampio.
INTERVENTI TECNICI
Gli interventi tecnici principali, quelli finalizzati a un risultato squisitamente estetico, hanno riguardato diversi aspetti:
- Rimozione dell’intonaco dalla grande parete del soggiorno, permettendo di evidenziare l’arco a vista e i mattoni pieni che compongono la parete.
- La cucina, nella nuova veste di “ponte” fra gli ambienti, godeva adesso di rinnovata ampiezza e vivibilità.
- Il pavimento in parquet di rovere chiaro ha consentito di legare tutti gli ambienti fino al bagno, e la sua funzione è stata anche quella “introduttiva” del cambio di quota (esigenza tecnica) in accesso alla camera da letto.
- La camera godeva tra l’altro di un intervento speciale: il recupero di cementine policrome sotto al vecchio pavimento che adesso decorava la testa del letto. Il simbolo di un binomio perfetto fra l’innovazione e gli elementi migliori tradotti dal un passato lontano che torna a vivere.
- Le grandi finestre ad anta unica catturavano infine la luce proveniente dalla corte interna inquadrando poeticamente l’affaccio sulla vetrate della chiesa, al fine di sfruttare al massimo anche il potenziale del contesto esterno che fa da sfondo all’abitazione.
RISULTATO
Al termine dei lavori riuscimmo quindi a restituire all’appartamento l’elemento identitario che mancava e che rappresentava il vero ostacolo di vivibilità degli ambienti. Grazie a interventi dal costo contenuto ottenemmo una casa di qualità, ben distribuita e funzionale, specchio del gusto e dello spirito dei proprietari.
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